MECCANISMO D’AZIONE DEL MASSAGGIO

Esistono molti tipi di massaggio che vengono effettuati con fini molto differenti fra loro e in modo empirico, senza un’adeguata informazione scientifica che possa fornire una conoscenza obbiettiva della realtà e del meccanismo d’azione dei diversi tipi di massaggio. Da ciò deriva che questo campo è caraterizzato da una certa arretratezza nella qualità del servizio offerto, che è solitamente poco differenziato. Parlerò del meccanismo d’azione del massaggio profondo, che si differenzia in massaggio connettivale, in cui si stimolano il tessuto sottocutaneo e la fascia muscolare, e il massaggio muscolare profondo, che si effettua con la stimolazione, mediante la punta delle dita, del tessuto sottocutaneo, della fascia muscolare e del muscolo stesso. 

Altri tipi di massaggio dolce, superficiale o profondo, di allungamento o di impastamento muscolare, sono sicuramente in grado di influenzare lo stato di coscienza, ma non di esercitare un effetto analgesico diretto, in quanto non stimolano i nocicettori. Tali tecniche sono caratterizzate dalla superficialità del tocco, dalla dolcezza e dalla lentezza del movimento e vengono utilizzate a scopo rilassante e ansiolitico.

Fra le sostanze più importanti che vengono rilasciate nel tessuto in seguito a stimolazione intensa e ripetuta (tipo massaggio connettivale o digitopressione) vi è la sostanza P, che è responsabile sia della sensazione dolorosa, quando rilasciata nel midollo spinale, sia dell’edema, quando contemporaneamente viene rilasciata anche nel tessuto periferico. Infatti la sostanza P è presente solo nel sistema nervoso e in particolare in tutti i nervi periferici contenenti afferenze sensitive cutanee o viscerali. La sostanza P, insieme ad altre sostanze , svolge un ruolo ben preciso nella generazione dello stato infiammatorio da parte del sistema nervoso, che viene considerato la reazione del corpo a un insulto meccanico ripetuto o potenzialmente pericoloso; il primo passo della classica infiammazione considerata l’inizio del processo di riparazione tissutale. Dal punto di vista funzionale la sostanza P, oltre a trasferire il messaggio doloroso nel midollo spinale, agisce anche come potente vasodilatatore e come fra i più potenti agenti edemigeni, inoltre provoca il rilascio di istamina. Ecco ciò che accade quando viene effettuato un massaggio profondo, sia di tipo connettivale che di tipo digitopressorio: gli aloni rossi che si evidenziano dopo alcuni passaggi delle dita sono dovuti a questi meccanismi ma l’intensità deve essere sufficiente a fare avvertire un lieve dolore, che evidenzia il rilascio midollare della sostanza P e di altri neuropeptidi; in questo modo si è sicuri che lo stimolo somministrato al cliente sia sufficiente ad attivare il sistema antinocicettivo discendente. Ecco perchè un buon massaggio profondo analgesico va attentamente dosato: se è troppo leggero non avviene nulla di tutto ciò e non si attiva il sistema antinocicettivo discendente; se troppo intenso i processi scatenati provocano una forte riacutizzazione della sintomatologia dolorosa, con grave disappunto del cliente.  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *