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Digiuni e semi-digiuni: come farli e perché

Una volta trovato un proprio equilibrio alimentare, è interessante scoprire (o meglio riscoprire) la pratica del digiuno e del semi-digiuno.
“Gli animali si nutrono, l’uomo mangia e solo l’uomo intelligente sa mangiare”: questa frase di Jean Anthelme Brillat-Savarin, politico e gastronomo francese, vissuto nel ‘700, racchiude l’essenza di tutto ciò che si può dire sull’arte di nutrirsi e allo stesso tempo sul significato del digiuno e del semi-digiuno.
Perché nutrirsi, nel senso profondo del termine, è davvero un’arte.
L’arte che ogni uomo intelligente e consapevole impara nel corso della sua vita, attraverso un’unica strada: l’ascolto. Non può esserci reale salute, interiore e fisica, senza l’ascolto di se stessi.
È indispensabile infatti che ognuno di noi riesca, col tempo e con l’esperienza, a trovare lo stile alimentare che più gli si addice e che lo fa sentire al meglio della sua forma. Questo percorso di riscoperta di se stessi avviene attraverso l’ascolto dei segnali che il corpo ci invia nella quotidianità, primo fra tutti la sensazione di energia e vitalità che ci pervade ogni giorno.

Che cos’è il semi-digiuno
Il semi-digiuno è una pratica già conosciuta dai nostri bisnonni che vivevano più a contatto con la natura e con i suoi ritmi e li praticavano, soprattutto nella stagione più fredda.

Come praticare il semi-digiuno e quando:
è consigliato praticarlo per un periodo limitato di tempo (una settimana – dieci giorni al massimo), eliminando un pasto all’interno della giornata, preferibilmente quello serale;
è utile praticarlo quando si desidera diminuire il carico di lavoro sull’organismo, in momenti di particolare stress, stanchezza o impegni, per lasciare che le energie impiegate nella digestione, vengano impiegate per altre attività;
nei periodi di influenza o malessere fisico, per dare maggior respiro al corpo alle prese con la guarigione;
per “asciugare” il corpo e aiutarlo a ritornare al suo stato ottimale dopo un periodo di festa o vacanza in cui si è esagerato a tavola.

Che cos’è il digiuno
Il digiuno invece è una pratica terapeutica da svolgere sotto osservazione di uno specialista in materia, soprattutto per i digiuni prolungati oltre i 2-3 giorni.
Per digiuno si intende la mancata introduzione di cibi solidi all’interno del corpo, utilizzando quindi solo alimenti in forma liquida ovvero succhi di frutta e verdura e acqua.
Quando è consigliato il digiuno
prima di una depurazione epatica, attraverso specifico trattamento, è consigliato un digiuno di 3 giorni;
per disintossicare il corpo dalla moltitudine di alimenti che ogni giorno introduciamo e che alla lunga lasciano all’interno tossine, soprattutto se si tratta di cibi raffinati, non biologici, ricchi di conservanti;
per far riposare il nostro organismo e mandarlo in ferie per 2-3 giorni, sgravandolo dell’attività di digerire e aiutandolo così ad auto pulirsi all’interno;
in presenza di una grave patologia;
in un momento di ritiro e riposo, accompagnato da una ginnastica dolce e raccoglimento del pensiero.

Il digiuno è una pratica sconsigliata per quei soggetti il cui metabolismo risulta rallentato, a causa di molte diete sbagliate o perché per costituzione tendono ad avere una natura più fredda e umida all’interno del corpo. Per queste persone il digiuno andrebbe ulteriormente a rallentare il metabolismo, riducendo la capacità digestiva all’interno dell’organismo.
Ecco perché ho consigliato di trovare prima un proprio equilibrio alimentare, dato dalla conoscenza approfondita di sé, dalla convinzione profonda che il buon cibo rappresenti una risorsa di cui il nostro organismo ha bisogno e non un nemico contro il quale lottare.

 

Consigli per prevenire i tumori.

Gran parte delle persone crede che i tumori siano malattie genetiche ereditarie. Recenti ricerche scientifiche approvate dall’American Cancer Society dimostrano il contrario: i tumori sono causati principalmente da un errato stile di vita e da un ridotta capacità di differenziazione cellulare.

Tumori causati da un errato stile di vita 80%

Tumori causati da errori genetici 20%

Fonte: Nature

Ogni giorno si sviluppano in ciascuno di noi centinaia di cellule potenzialmente tumorali. Le cellule cancerogene o degenerate vengono però spontaneamente riparate o “indotte al suicidio” dai fattori che controllano e riparano i danni cellulari. E’ il naturale processo di replicazione, controllo e differenziazione delle cellule.
Quando la differenziazione delle cellule staminali per varie ragioni rallenta, allora aumenta il rischio di sviluppare un tumore. Le ricerche scientifiche condotte dal Dott. Pier Mario Biava e dal Prof. Carlo Ventura dimostrano che i fattori di differenziazione, anche quando importati, migliorano il processo di differenziazione delle cellule staminali durante il normale ciclo di riproduzione. Così come quando si è in uno stato ipovitaminico occorre importare le vitamine, se si è in carenza di fattori di differenziazione è essenziale importarli.

“Tutto conta e tutto è importante nella regolazione dell’espressione genica. Conta moltissimo la dieta per cui oggi sono nati filoni specifici di studio nel settore che vanno sotti i nomi di:
1) nutrigenetica, ovvero lo studio della corretta alimentazione in rapporto al genotipo, che si prefigge di individuare un intervento dietetico mirato per ogni singolo individuo, che ha una particolare costituzione, al fine di prevenire l’insorgenza di patologie
2) di nutrigenomica, che studia come la dieta modifica l’espressione genica. Così oggi sappiamo ad esempio, che, riferendoci alle malattie tumorali, esiste una dieta sbagliata, che è responsabile, come diverse indagini epidemiologiche evidenziano, dell’insorgenza e della progressione del 30% dei tumori, mentre al contrario esiste una dieta corretta che è in grado di prevenire e di rallentare la progressione del 30% dei tumori.
Dunque sbagliare la dieta ha un’importanza straordinaria nella prevenzione e nella cura dei tumori. Senza addentrarci in troppi particolari, si può dire che la dieta che favorisce l’insorgenza e la progressione dei tumori è una dieta ricca di grassi animali, ovvero di carni rosse, salumi di vario tipo, burro, latticini, formaggi, ricca di zuccheri e particolarmente di quelli raffinati, povera di fibre e di elementi essenziali. Al contrario una dieta che previene e rallenta la progressione dei tumori è una dieta povera di grassi animali, ricca di fibre, quindi di verdure di tutti i tipi (tenendo conto che alcuni tipi di verdure, come le patate vanno mangiate con moderazione), ricca anche di frutta (la quantità consigliata è mediamente di quattro-cinque porzioni di frutta al giorno), in cui le carni magre di pesce, tacchino, coniglio sono concesse (anche quelle di pollo, solo se ruspante, perché purtroppo quello di allevamento è ricco di ormoni ed antibiotici, cosa, dunque, che lo rende sconsigliabile).
Inoltre sarebbe buona norma fare 3 pasti al giorno, di cui il più energetico la mattina, mentre consigliato è un pasto normale a mezzogiorno ed uno molto moderato, con poche calorie ed idrati di carbonio la sera. Inoltre fra i 3 pasti è sconsigliata l’assunzione di zuccheri, specie quelli raffinati (ad esempio il caffe con lo zucchero), perché lo zucchero raffinato entra rapidamente in circolo e questo comporta un picco di insulina a livello ematico, cosa da evitare in quanto l’insulina è un fattore che favorisce la progressione dei tumori. Fra i tre pasti giornalieri viene consigliata solo l’assunzione di frutta, che contenendo idrati di carbonio complessi e molti fattori anti-tumorali, viene pertanto ammessa.

 

Esistono inoltre molte sostanze naturali che hanno un effetto anti-tumorale: se ne ricordano qui alcune, rimandando a testi specialistici l’approfondimento dell’argomento. Molti componenti alimentari hanno la potenzialità di causare cambiamenti epigenetici nell’uomo. Ad esempio, i broccoli e altre verdure crocifere contengono isotiocianati, mentre composti del polifenolo che si trovano nel tè verde e la curcumina, un composto presente nella curcuma (Curcuma longa), possono avere molteplici effetti benefici, modificando l’espressione genica e prevenendo così l’insorgenza dei tumori. Anche il resveratrolo, contenuto ad esempio nel vino rosso, oppure il mio-inositolo hanno vari effetti benefici, sia anti-infiammatori sia anti-degenerativi.
La dieta non è solo importante per la prevenzione e cura di molte malattie croniche degenerative, ma è anche importante durante la gravidanza per prevenire future malattie nei nascituri. Infatti studi epidemiologici hanno dimostrato che individui nati da madri esposte per vari motivi a restrizioni caloriche durante la gravidanza, hanno un più alto tasso di malattie croniche come il diabete, malattie cardiovascolari e obesità rispetto ai loro fratelli. Ciò sembra in rapporto a cambiamenti epigenetici: i cambiamenti dell’espressione genica durante lo sviluppo in utero possono persistere durante la vita adulta.

Alcune carenze in gravidanza possono dare origini a malformazioni note: ad esempio si sa che la carenza di acido folico in gravidanza può essere responsabile della nascita di un neonato con spina bifida. Anche il movimento e l’esercizio fisico hanno importanza nel regolare in modo epigenetico il DNA. Ad esempio è stato dimostrato che dopo un esercizio fisico, avvengono delle modificazioni a livello della cromatina del nucleo delle cellule, che fanno sì che il DNA sintetizzi delle proteine, che favoriscono la demolizione dei grassi. Ciò dimostra che il nostro corpo ed i nostri muscoli si adattano in modo plastico a ciò che noi facciamo, ai movimenti ed agli esercizi muscolari effettuati durante la giornata. Così l’esercizio può essere considerato a pieno titolo una medicina e un mezzo per modificare il nostro codice epigenetico e migliorare il nostro stato di salute. Qui voglio sottolineare che sia l’ambiente esterno, ovvero il paesaggio che ci circonda, l’aria, l’acqua, l’alimentazione, l’ambiente sociale, sia l’ambiente interno ovvero le sensazioni, le emozioni, i nostri pensieri, i nostri desideri, cambiano profondamente il nostro codice epigenetico. Se questo poi avviene nelle prime fasi di vita, i cambiamenti epigenetici possono avere un’influenza notevole nella vita adulta di un individuo, sulla sua salute fisica e mentale. Tutti i fattori dell’ambiente esterno come il clima, la mancanza o meno di sole, i rapporti umani, le circostanze sociali, cambiano costantemente l’espressione genica e comportano un imprinting che a volte dura tutta la vita. Ciò che invece la genetica ci ha raccontato finora e che in parte continua a raccontarci è che ognuno di noi è il risultato di ciò che è la sua costituzione genetica: dalla predisposizione a malattie, alla sua intelligenza, ecc., tutto è legato alla costituzione genetica.
I geni, come si sa, sono parti di DNA, che sono responsabili, in ultima analisi, della sintesi proteica e pertanto determinano ciò che uno è e ciò che uno sarà. Non è possibile, se non attraverso manipolazioni genetiche (così sostengono ancora oggi gli studiosi che condividono soltanto il paradigma riduzionista della scienza), cambiare i nostri geni e dunque uno è più o meno fortunato se ha dei geni buoni, non fragili, che lo possano mantenere in uno stato di salute per lungo tempo. Ciò è vero, ma solo in parte, perché in realtà molta della ricerca di questi ultimi anni ci racconta una storia diversa.
Quello che ho cercato di dire sulle malattie tumorali, ad esempio, che sono considerate ancora oggi dalla maggior parte degli scienziati e degli oncologi malattie non reversibili, è una storia diversa: la maggior parte dei tumori dipende dallo stile di vita, da cause ambientali differenti, dall’esposizione a varie sostanze cancerogene, che possono agire sul genoma provocando mutazioni, ma anche alterazioni epigenetiche. Tutte queste alterazioni, come ho cercato di spiegare e dimostrare nelle pagine precedenti, possono essere by-passate e le cellule tumorali possono essere riprogrammate, ritornando ad essere cellule con un fenotipo normale, usando programmi specifici e mirati che possono essere ritrovati nell’embrione nel momento in cui la vita si forma. Infine ho raccontato come tutto conti nel controllo dell’espressione genica: conta la dieta, conta l’esercizio fisico, contano gli stati mentali ed emozionali, contano le caratteristiche ambientali, in cui uno vive, contano i rapporti familiari e sociali e tutto ciò conta nel mantenere o meno il nostro stato di salute e l’integrità dei nostri geni, prevenendo così le malattie. Ma quando una malattia grave, come una malattia tumorale, si è instaurata, allora occorre mettere in atto anche trattamenti mirati.

In questo caso occorre mettere in atto un trattamento volto a correggere in modo più specifico gli errori indotti dal tumore sul codice genetico ed epigenetico: si tratta di usare i fattori specifici del codice epigenetico prelevati durante il differenziamento cellulare, che come si è detto, sono in grado di riparare i danni che sono all’origine della malignità, riprogrammando le cellule e differenziandole in cellule normali, oppure sono in grado di indurne la morte cellulare programmata (apoptosi). In entrambi i casi il risultato è il medesimo: la malattia tumorale può essere controllata ed in alcuni casi il tumore può regredire. La stessa cosa vale in presenza di malattie croniche degenerative, come le neuro-degenerative, la psoriasi od altre malattie complesse: anche in questo caso noi dobbiamo usare le specifiche sostanze prese nei diversi momenti del differenziamento embrionario, ovvero dobbiamo usare gli specifici programmi in grado di riparare danni diversi. Questi programmi sono gli stessi che la vita utilizza per auto-organizzarsi: ognuno di essi è in grado di svolgere precisi compiti e precise funzioni ed ognuno di essi va usato in modo specifico per ottenere i risultati desiderati. Come si è detto in presenza di specifiche malattie noi dobbiamo usare specifici programmi epigenetici: questa sarà la via del futuro, anche se per il momento tutta la ricerca sta puntando ancora sulle manipolazioni genetiche ed ancora per un certo numero di anni noi dovremo confrontarci con “l’editing genetico”, sul quale le ditte di biotecnologie punteranno e faranno grandi investimenti. Ciò soprattutto avverrà per motivi economici, perché, come già detto, le manipolazioni genetiche sono brevettabili e dunque le eventuali terapie geniche saranno in mano alle più importanti ditte multinazionali del mondo, che mireranno a fare guadagni enormi. C’è solo una speranza: che le ditte multinazionali, che governano ora il mondo dell’informatica entrino in gioco, perché esse hanno capito che il futuro della scienza sarà la riprogrammazione cellulare. Questo approccio non riguarderà soltanto le malattie tumorali che così in futuro potranno essere affrontate in modo innovativo, ma in generale riguarderà tutte le malattie croniche degenerative, le malattie dismetaboliche, le malattie infiammatorie, le malattie auto-immuni ed i trattamenti anti-aging. Di fatto, come ho detto in modo estremamente sintetico, è già da oggi possibile aumentare la durata della nostra vita, ma anche di impedire l’invecchiamento. Questo è molto importante, perché se noi aumentiamo la durata della vita, senza impedire l’invecchiamento, alla fine diventiamo come Matusalemme ed avremo una qualità di vita scadente che non accetteremo di buon grado. Ma se noi aumentiamo la durata della vita ed impediamo contemporaneamente l’invecchiamento, come sperimentalmente dimostrato e pubblicato, senza per altro effettuare manipolazioni genetiche, allora la situazione cambia completamente e la via diventa percorribile e auspicabile.
Dunque, come già detto, con i vari collaboratori si è dimostrato che i diversi programmi che costituiscono nel loro insieme l’intero codice epigenetico hanno le molteplici funzioni che sono state descritte nel capitolo specifico. Se questi saranno i filoni principali che riguarderanno il futuro della scienza, c’è una cosa che noi possiamo fare fin da ora in ogni momento della nostra vita e che ci servirà per mantenerci in salute: amare e ridere. Sugli effetti benefici dell’amore e del perdono si è già detto. Sullo yoga della risata e sullo yoga a tutto tondo (quindi asana, pranayama, meditazione ecc,) ci sono studi che riportano come dette pratiche siano in grado di inibire in modo epigenetico i geni responsabili della sintesi delle proteine legate all’infiammazione ed allo stress (già nel 2008 una pubblicazione su Plos One riportava uno studio sullo yoga e i suoi effetti benefici sull’espressione genica).Hanno dimostrato in vari studi come attraverso la meditazione si abbia un riequilibrio epigenetico che porta ad un aumento dell’efficienza del sistema ormonale, del sistema immunitario, con attivazione dei centri che diminuiscono lo stress, così che si raggiunge un senso di benessere, piacere ed aumento della fiducia in sé.
La risata poi e lo yoga della risata portano al culmine questa sensazione di benessere e di piacere, inoltre aumenta in modo sensibile in ciascuno di noi le condizioni di benessere e di salute.

Ecco alcuni consigli per un corretto stile di vita che, se applicati, possono contrastare e prevenire i tumori o fare in modo da bloccarli alle loro primissime fasi.

Primo – Mantenersi magri. Quando si dice magri si intende un indice di massa corporeo (BMI) compreso tra 18,5 e 25. Per conoscere il proprio indice BMI bisogna semplicemente prendere il peso in Kg e dividerlo per l’altezza in metri elevata al quadrato: ad esempio, una persona che pesa 71 kg ed è alta 1,86 ha un BMI = 71 / (1,86 x 1,86) = 20,52. Se il proprio indice di massa corporeo cade nell’intervallo considerato normale ci si può considerare magri.

• Secondo – Fare attività fisica tutti i giorni. Viene comunemente suggerito un impegno fisico minimo giornaliero di mezz’ora, e possibilmente man mano che ci si sente più in forma anche di un’ora al giorno.

• Terzo – Non fumare. Se si smettesse di fumare, il numero di casi di tumore diminuirebbe drasticamente. La sigaretta, infatti, non danneggia solo i polmoni, ma molti altri organi, incluso il cervello. Non fumare riduce di molto l’incidenza del tumore al polmone, e anche l’incidenza del tumore alla bocca, della vescica (quest’ultima è infatti esposta alle sostanze tossiche eliminate attraverso le urine), dello stomaco ecc

• Quarto – Migliorare il processo di differenziazione delle cellule staminali durante il normale ciclo di riproduzione importando fattori di differenziazione.

• Quinto – Ottimizzare l’attività cellulare attraverso una opportuna ossigenazione del sangue e mitocondriale. Importante dunque respirare aria di buona qualità, fare attività fisica aerobica.

• Sesto – Dormire un numero sufficiente di ore al giorno (ideale: 7-8 ore per notte). Il sonno svolge un’importante azione protettiva contro l’invecchiamento e le infiammazioni, grazie a meccanismi di detossicazione da sostanze (la proteina beta-amiloide per esempio) che, se accumulate nel tempo, sono tossiche.

• Settimo – Essere allegri e sereni, non arrabbiarsi per cose fuori dal nostro controllo. Una sana risata sembra essere un modo giusto per spalancare le porte dell’anima. Secondo uno studio fatto dal dott. Alan Grey dell’università di Londra, e pubblicato su Human Nature, ridere favorisce la voglia di raccontare ad altri la nostra vita, consolidando così le relazioni interpersonali, in modo positivo e ciò favorisce una sensazione di serenità rilasciando endorfine che aiutano ad attenuare le tossine che altrimenti sarebbero cancerogene.

 

• Ottavo – Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo. Di qui l’importanza della varietà.

• Per le mamme: Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi..
Sempre per la prevenzione è importante una corretta esposizione solare. I raggi ultravioletti producono effetti benefici sull’organismo, ma possono fare danni se ci si espone senza proteggersi in maniera adeguata o nelle ore centrali della giornata nei periodi di maggiore insolazione.

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Grazie ai campi magnetici prodotti da una speciale configurazione di segnale a pulsazioni deboli, stimolano la vascolarizzazione (contrazione ritmica) dei vasi sanguigni più piccoli :
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– dolori acuti e cronici
– patologie degenerative croniche dell’apparato muscolo-scheletrico                    (artrosi, artrite, fratture ecc…)
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L’apparecchio che legge l’anima

Lo SCIO, uno straordinario strumento elettronico inventato da un ricercatore della Nasa, non solo è in grado di leggere il nostro stato di salute e le problematiche psichiche e spirituali del presente e del passato, ma anche di “correggere” sul piano energetico la nostra energia sottile, al fine di ripristinare l’equilibrio e lo stato di benessere
Oggi, dopo anni di esistenza ai margini della medicina accademica, stiamo assistendo a una vera esplosione degli approcci energetici alla salute. Grazie al lavoro di scienziati che sono stati veri pionieri nel campo della medicina energetica (come Lakhovsky negli Anni 20 e, più recentemente, Albert Szent-Gyorgyi o Herbert Froelich, solo per citarne alcuni), è sempre più accettata l’ipotesi che i campi elettrici e magnetici, come la luce e il suono e le vibrazioni elettromagnetiche, abbiano un influsso sulle cellule e possano essere utilizzati per stimolare i processi di guarigione in diversi tessuti.
Il percorso di ricerca su questi temi è molto bene illustrato nel bellissimo libro di James Oschman, “Medicina energetica” (MacroEdizioni).
Da questo testo si evince come buona parte di queste ricerche abbiano preso il via dall’osservazione che la fisiologia tradizionale non si sia dimostrata in grado di spiegare tutte le reazioni del corpo. Quando pensiamo ai sistemi di comunicazione all’interno del corpo umano, pensiamo prima di tutto al sistema nervoso, poi al sistema circolatorio, che fornisce i messaggi ormonali alle cellule, al sistema linfatico e a quello immunitario, tutti di importanza vitale per l’organismo. Ma i tempi di trasmissione delle informazioni attraverso queste vie di comunicazione ampiamente studiate non giustificano alcune semplici esperienze che tutti noi possiamo fare quotidianamente, come, per esempio, quella di chiudere l’occhio una frazione di secondo prima che una mosca ci colpisca la cornea. I nervi conducono gli impulsi con una certa rapidità, ma a ogni sinapsi c’è un ritardo che non è compatibile con la velocità delle risposte “riflesso”, grazie alle quali possiamo proteggerci prima che ci sia una consapevole coscienza dello stimolo.
Gli studi scientifici in questo campo hanno portato alla scoperta dell’esistenza di un altro sistema più complesso e più vasto del sistema nervoso: il tessuto connettivo o matrice vivente, che connette fra loro tutte le cellule e conduce energia e comunicazione in tutto l’organismo. La matrice vivente, fatta di collagene e acqua – i principali costituenti del corpo umano – conduce vibrazioni elettriche, magnetiche, luminose che viaggiano a una velocità superiore a quella dei segnali biochimici che conosciamo.
La visione tradizionale della medicina per specializzazioni ci ha portato a percepire il nostro corpo quasi come una macchina vivente formata da parti meccaniche tenute insieme da nervi, fili e fibre. La fisica quantistica ci dà invece un’immagine in cui la biologia diventa tutt’uno con la fisica, in cui la distinzione fra materia ed energia diventa labile e il corpo appare un sistema continuo e interconnesso di comunicazione elettronica e protonica: la ricerca scientifica più recente ha dimostrato che esistono forme di energia e informazione (flussi di bio-molecole caricate in milionesimi di ampère e caratterizzate da un preciso codice di riconoscimento) che viaggiano con estrema rapidità all’interno della matrice vivente. La visione olistica alla base delle discipline tradizionali, spiegata dalla scienza!
Le implicazioni di questo salto di visione sono enormi: in questa prospettiva ogni cellula, ogni tessuto, ogni organo, ogni enzima, ormone, neurotrasmettitore nel corpo vibra a una specifica frequenza, la salute e il benessere diventano il risultato di oscillazioni elettromagnetiche ordinate e la malattia e l’invecchiamento le conseguenze di perdita progressiva di informazione.
Il prof. Piergiorgio Spaggiari, fisico e medico chirurgo, autore insieme a Caterina Tribbia, del testo Medicina Quantistica (Tecniche Nuove), è oggi in Italia il più noto esperto su queste tematiche. In un’intervista rilasciata a Claudia Bortolato pubblicata dalla rivista scientifica Forma nel 2005, spiega che il benessere “è una questione di oscillazioni elettromagnetiche “ordinate”. L’organismo si mantiene in equilibrio dinamico grazie ai messaggi che le cellule si scambiano costantemente tra loro sotto forma di segnali elettromagnetici estremamente deboli, a frequenza definita”. Continua il prof. Spaggiari: “Attraverso speciali strumenti diagnostici e terapeutici, si possono produrre variazioni quantiche di energia così sensibili da interagire con le “energie sottili” del corpo, al fine di ripristinare l’equilibrio e lo stato di benessere”. Pur precisando che questi strumenti non possono sostituirsi in alcun modo a test e cure farmacologiche, né in fase diagnostica né terapeutica, soprattutto in caso di malattie di una certa entità, con gli strumenti di medicina quantistica più avanzati è possibile rilevare i livelli di energia degli organi e lo stato di salute complessiva dell’organismo e, contemporaneamente, correggere eventuali anomalie energetiche riscontrate per impedire così, per quanto possibile, che la malattia possa successivamente manifestarsi a livello fisico-chimico.

In questo ambito sono state progettate apparecchiature sempre più complesse con l’obiettivo di arrivare a dialogare con il corpo a livello di frequenze. Alcune sono più note di altre, come il Vega o l’elettroagopuntura secondo Voll, che misurano la risposta elettrica del corpo.
Una tra le più avanzate lo SCIO (Scientific Consciousness Interface Operations System), un dispositivo elettronico progettato e realizzato nei primi anni ’80 dal Dott. William Nelson, matematico e fisico alla NASA che ha contribuito a riportare a terra l’Apollo 13, e che ha dedicato trent’anni di ricerca all’integrazione delle conoscenze della medicina occidentale ed orientale con le più avanzate scoperte in tema di fisica quantistica.
Si tratta di un sistema elettrodiagnostico-terapeutico computerizzato in grado di fornire in un solo esame indicazioni preziose per comprendere la storia dell’ organismo umano per dare una prima valutazione pre-diagnostica.
Studiato per coadiuvare il lavoro di medici e di specialisti, applica le più recenti scoperte nel campo dell’informazione biologica e della medicina energetica: utilizzando un sistema accelerato di comunicazione trivettoriale computerizzata in biofeedback, riesce a dialogare in continuità con l’organismo umano sfruttando la sua eccezionale velocità di interazione (1/10.000 di sec). In questo modo riesce a registrare ogni stimolo o reazione del sistema biologico (che opera con tempi da 1/100).
Con l’invio e la registrazione accelerata dell’informazione biofisica di più di 9000 sostanze differenti, il sistema – in soli tre minuti – è in grado di tracciare una prima mappa di reattività dell’organismo, di estrapolare i valori anomali e di correlarli al sistema o all’organo di competenza.

Il suo utilizzo non presenta alcuna controindicazione e nel tempo si è dimostrato uno strumento importante nel coadiuvare il medico e il terapeuta nella analisi di quadri come l’intolleranza alimentare, la carenza di vitamine, la presenza di livelli ormonali ed enzimatici anomali, intossicazioni di origine alimentare o da metalli pesanti, l’analisi di virus, funghi e parassiti. Non solo è in grado di evidenziare la presenza di sostanze tossiche o di infestazione di funghi ( come per esempio i vari tipi di candida), ma ha la possibilità di contrastarli inviando all’organismo le frequenze contrarie.
Tutto questo solo per restare a livello fisico; con lo SCIO è però possibile spingersi oltre. Infatti, come gli organi del corpo hanno specifiche frequenze, così anche le emozioni, i chakra, i traumi fisici e psichici sono leggibili nel codice delle frequenze e trattabili: la matrice vivente registra, infatti, la memoria dei traumi e dei successivi adattamenti e quando un’emozione, una memoria o uno stress prolungato genera malessere e limita le potenzialità individuali, è all’interno della matrice vivente che il problema e la soluzione possono essere trovati. Qualsiasi approccio terapeutico che si focalizza solo su un aspetto o su un organo del corpo (che diventa in quel momento l’organo bersaglio di un’intossicazione o di uno squilibrio energetico più generale o più profondo) rischia di ottenere risultati parziali o una provvisoria eliminazione del sintomo, perché non coinvolge l’organismo nella sua interezza.