La salute dei piedi

Gli antichi greci immaginavano che a sorreggere la Terra ci fosse un gigante buono, il semidio Atlante. Se pensiamo che a sorreggere la nostra massa corporea, tanto più pesante se corriamo o camminiamo in fretta, ci sono 26 minuscole ossa, ci rendiamo conto di avere alla base della nostra vitalità anche noi due piccole divinità.

La nostra cultura non ha mai attribuito un grande valore ai piedi, tranne forse negli ultimi anni, sull’onda dell’immaginario erotico di derivazione orientale.

Nei Paesi occidentali l’incidenza dell’alluce valgo, chiamato popolarmente “cipolla”, è molto alta, mentre nei Paesi in via di sviluppo inizia solo ora a manifestarsi.

Senza cure adeguate e quotidiane i piedi dimenticati in gioventù si faranno sentire in età avanzata. Dunque, meglio correre ai ripari con alcuni accorgimenti. Scegliete sempre, per la camminata di tutti i giorni, scarpe comode, a plantare fisiologico, tacco largo e punta ampia. Riservate solo per occasioni particolari, stivali alla cow boy, tacchi a spillo, specie se vertiginosi e a punta strettissima. Pena alluce valgo, unghie incarnite, disturbi circolatori.

Appena potete camminate a piedi nudi. Per l’inverno, esistono in commercio speciali calze dotate di rugosità antiscivolo, studiate apposta per questa esigenza.

In estate fate attenzione a non esporre la pianta del piede a superfici bollenti o ammolli prolungati. Lavateli ogni sera, con acqua tiepida e bicarbonato, facendo seguire un breve massaggio con un olio tonificante. In inverno si può anche utilizzare olio di sesamo leggermente riscaldato, mentre in estate l’olio di cocco da una piacevole sensazione di fresco, specie se unito ad una o due gocce di olio essenziale di menta.

Per nutrire la pelle secca potete massaggiare il piede con una crema composta da tre cucchiai di cera d’api ammorbidita con un cucchiaio di olio di sesamo, il tutto leggermente riscaldato. Due volte alla settimana massaggiateli con abbondante olio di ricino, fasciateli e andate a dormire. È un potente defatigante e ammorbidente.

 

MECCANISMO D’AZIONE DEL MASSAGGIO

Esistono molti tipi di massaggio che vengono effettuati con fini molto differenti fra loro e in modo empirico, senza un’adeguata informazione scientifica che possa fornire una conoscenza obbiettiva della realtà e del meccanismo d’azione dei diversi tipi di massaggio. Da ciò deriva che questo campo è caraterizzato da una certa arretratezza nella qualità del servizio offerto, che è solitamente poco differenziato. Parlerò del meccanismo d’azione del massaggio profondo, che si differenzia in massaggio connettivale, in cui si stimolano il tessuto sottocutaneo e la fascia muscolare, e il massaggio muscolare profondo, che si effettua con la stimolazione, mediante la punta delle dita, del tessuto sottocutaneo, della fascia muscolare e del muscolo stesso. 

Altri tipi di massaggio dolce, superficiale o profondo, di allungamento o di impastamento muscolare, sono sicuramente in grado di influenzare lo stato di coscienza, ma non di esercitare un effetto analgesico diretto, in quanto non stimolano i nocicettori. Tali tecniche sono caratterizzate dalla superficialità del tocco, dalla dolcezza e dalla lentezza del movimento e vengono utilizzate a scopo rilassante e ansiolitico.

Fra le sostanze più importanti che vengono rilasciate nel tessuto in seguito a stimolazione intensa e ripetuta (tipo massaggio connettivale o digitopressione) vi è la sostanza P, che è responsabile sia della sensazione dolorosa, quando rilasciata nel midollo spinale, sia dell’edema, quando contemporaneamente viene rilasciata anche nel tessuto periferico. Infatti la sostanza P è presente solo nel sistema nervoso e in particolare in tutti i nervi periferici contenenti afferenze sensitive cutanee o viscerali. La sostanza P, insieme ad altre sostanze , svolge un ruolo ben preciso nella generazione dello stato infiammatorio da parte del sistema nervoso, che viene considerato la reazione del corpo a un insulto meccanico ripetuto o potenzialmente pericoloso; il primo passo della classica infiammazione considerata l’inizio del processo di riparazione tissutale. Dal punto di vista funzionale la sostanza P, oltre a trasferire il messaggio doloroso nel midollo spinale, agisce anche come potente vasodilatatore e come fra i più potenti agenti edemigeni, inoltre provoca il rilascio di istamina. Ecco ciò che accade quando viene effettuato un massaggio profondo, sia di tipo connettivale che di tipo digitopressorio: gli aloni rossi che si evidenziano dopo alcuni passaggi delle dita sono dovuti a questi meccanismi ma l’intensità deve essere sufficiente a fare avvertire un lieve dolore, che evidenzia il rilascio midollare della sostanza P e di altri neuropeptidi; in questo modo si è sicuri che lo stimolo somministrato al cliente sia sufficiente ad attivare il sistema antinocicettivo discendente. Ecco perchè un buon massaggio profondo analgesico va attentamente dosato: se è troppo leggero non avviene nulla di tutto ciò e non si attiva il sistema antinocicettivo discendente; se troppo intenso i processi scatenati provocano una forte riacutizzazione della sintomatologia dolorosa, con grave disappunto del cliente.