ANTI AGING : radicali liberi come ridurli?

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La teoria dei radicali liberi

Gli scienziati hanno tentato di spiegare i meccanismi che stanno alla base dell’invecchiamento umano elaborando diverse teorie, più o meno attendibili e talvolta bizzarre.

Oggi quella più accreditata è quella dei radicali liberi.

                  

La “macchina umana” funziona grazie a un cambiamento costante che avviene tra le sostanze che compongono il nostro organismo e quelle costitutive dell’ambiente che ci circonda. In questo infinito numero di reazioni chimiche entrano in gioco i radicali, cioè una porzione di molecola saldata alla parte restante per mezzo di “radici” costituite da legami chimici. Tuttavia, sia M.Gomberg, nel 1890, sia F.A. Paneth, nel 1926, scoprirono che non tutti i radicali si presentavano “legati” a una certa molecola, ma, al contrario, esistevano alcuni frammenti molecolari che seguivano un modello di reazioni chimiche diverse dalle altre e che vennero definite “radicali liberi”. Negli anni successivi, se ne appurò il coinvolgimento non soltanto nei più importanti processi fisiologici, come la fotosintesi clorofilliana o la respirazione cellulare, ma anche in quelli patologici, come quelli provocati dalle radiazioni ionizzanti, o altri ancora che sono alla base della trasformazione neoplastica, della formazione della placca ateromasica, responsabile dell’occlusione delle arterie, e quelli legati all’invecchiamento accelerato.

Non tutti i radicali liberi, però, presentano le stesse caratteristiche: alcuni sono molto instabili e dotati di grande reattività, mentre altri lo sono meno, risultando così anche meno pericolosi. Tale stabilità non è soltanto una qualità intrinseca del frammento molecolare considerato, ma dipende anche dalla concentrazione di altre sostanze presenti nell’ambiente intra ed extracellulare, come pure dalla temperatura, che, se è bassa, riduce l’instabilità dei radicali e viceversa.

In particolare, si deve rilevare che l’ossigeno, il comburente del nostro organismo, durante le reazioni chimiche che lo vedono protagonista, sviluppa molti radicali liberi, alcuni dei quali dotati di grandissima reattività, definiti, pertanto, specie reattive all’ossigeno, tra cui troviamo il radicale superossido (O2-) e il radicale ossidrile (OH-)considerato l’ossidante più potente della chimica organica. L’ossigeno ha una doppia faccia: è indispensabile per la vita, ma nello stesso tempo è anche tossico!

Per ridurre i radicali liberi esistono diverse strategie concatenate le une con le altre:

alimentazione adeguata

togliere intolleranze

movimento inteso come sport non agonistico

ambiente in cui si vive

massaggi

ridurre lo stress

no al fumo

tenere sotto controllo il proprio peso , la massa grassa, la massa magra e l’acqua con l’impedenziometria

test di kinesiologia per valutare lo stato energetico

Massaggio del tessuto connettivo.

Il fluido extracellulare è il sistema più ampio che penetra completamente nell’organismo; si occupa del nutrimento delle cellule e della rimozione da queste dei prodotti di rifiuto. Esso regola l’ecosistema cellulare e allo stesso tempo è partecipe di qualsiasi processo infiammatorio e di difesa.  Tutte le cellule degli organi dipendono dal sistema di regolazione di base per la loro sopravvivenza, e l’integrità dello stesso garantisce l’ambiente a loro necessario per sopravvivere. Sembra ormai certo che le malattie organiche, i disturbi funzionali, quindi anche le intolleranze alimentari, abbiano origine dalla disfunzione di questo sistema di regolazione ubiquitario (cioè presente ovunque nell’organismo) e che gli effetti di una varietà di sostanze nocive sul sistema di base (processi cronici, metalli pesanti, stress, alimentazione inadeguata, sostanze tossiche ecc), provochi a lungo andare la malattia.

Le cellule hanno una relazione reciproca con il loro ambiente: l’acqua. L’ambiente circostante una cellula forma una sostanza di base strutturata chiamata “matrice extracellulare”, che ha un effetto significativo sulla determinazione dell’espressività genetica della cellula stessa. L’organizzazione della matrice extracellulare con i tessuti connettivi di sostegno e il sangue possono essere visualizzati in maniera macroscopice; la composizione anatomica di queste parti è soggetta a certe regole generali e qui ha un ruolo importante il tessuto connettivo.

Il tessuto connettivo si inserisce ovunque tra il flusso sanguigno e le principali parti strutturali: nel fare ciò esso regola la sua trasformazione istologica secondo le necessità individuali dell’area in maniera straordinariamente completa. Le cellule di tutti gli organismi viventi, siano essi animali o piante, sono in continuo contatto con il tessuto connettivo: attraverso e per mezzo di esso, si nutrono e rilasciano le sosanze di scarto.

Il suo massaggio serve proprio a rimuovere le sostanze tossiche dalle cellule e di conseguenza a mantenersi sani.

Tratto da “Disbiosi e immunità” di Luciano Lozio, Rossella Iantorno, Paolo Paganelli 

 

METODO DORN BREUSS

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Il Metodo Dorn è una disciplina bionaturale sviluppata da Dieter Dorn negli anni settanta in Germania. Lo scopo è quello di migliorare e mantenere una postura allineata e priva di tensioni (igiene vertebrale).E’ un trattamento delicato per le vertebre e le altre articolazioni. E’ usato in caso di disturbi, direttamente o indirettamente connesi con la colonna vertebrale. Il Metodo Dorn non ha effetti collaterali pericolosi, è completamente sicuro e realmente efficace. Non necessita di medicinali, è un vero e proprio metodo di auto-aiuto. E’ praticato dagli operatori del benessere ed è sempre più conosciuto anche a livello sanitario (medici e fisioterapisti), dove viene utilizzato come trattamento aggiuntivo alle terapie fisiche e riabilitative. Molti osteopati e chiropratici integrano le loro scienze con questo metodo: è sicuro, semplice da applicare e semplice da insegnare ai clienti. Insieme al Metodo Dorn gli operatori propongono anche il massaggio Breuss. Inventato dal naturopata austriaco Rudolf Breuss, è un trattamento molto piacevole e rilassante, che permette di allungare dolcemente la muscolatura profonda della schiena, favorendo lo scarico delle tensioni accumulate lungo la colonna.

Ho avuto modo di applicare questo metodo che ritengo geniale: mi ha dato risultati efficaci ed importanti anche su persone che praticano intense attività sportive e che necessitano una risoluzione del problema in tempi brevi, senza però controindicazioni.

DRENAGGIO LINFATICO MANUALE

Il sistema linfatico comprende organi localizzati in diverse regioni del corpo; il midollo osseo e il timo sono gli organi linfatici primari, perchè sono sedi di formazione dei globuli bianchi circolanti nel sangue e nella linfa; la milza, i linfonodi, le placche di Peyer dell’intestino e i noduli linfatici sono gli organi linfatici secondari, in quanto funzionano come stazione di passaggio del globuli bianchi e come filtro della linfa. Tutti gli organi linfatici sono collegati tra loro mediante i vasi linfatici, che trasportano la linfa; le caratteristiche fondamentali sono:

  • elevata attività di produzione dei globuli bianchi in caso di infezioni
  • continuo ricambio
  • drenaggio linfatico

Il linfodrenaggio è un massaggio molto delicato (infatti la velocità della linfa è di 1/6 di quella del flusso venoso), dove si va ad agire sul liquido interstiziale, facendolo riassorbire dal circolo venoso e quindi ottenendo l’effetto di “pulire” i tessuti.

Quando si rompe l’equilibrio della legge di Starling (il capillare arterioso ha una pressione idrostatica di 32 Torr, l’interstizio ha una pressione oncotica di 25 Torr, il capillare venoso ha una pressione idrostatica di 20 Torr. La pressione oncotica equivale alla forza di attrazione che le proteine esercitano nei confronti dei liquidi. In condizioni normali viene mantenuto uno stato di equilibrio, che porta a una ripartizione dell’acqua tra plasma e spazio interstiziale. Se questo equilibrio manca l’acqua si accumula al di fuori dei vasi con conseguente edema, questo sia che ci siano più o meno proteine.)avviene l’edema, cioè l’accumulo di liquido interstiziale.

Il riassorbimento venoso del liquido interstiziale è del 90%, quello linfatico è del 10%. La produzione normale di linfa al giorno è di 2 lt circa, la produzione patologica può arrivare fino a 20lt.

La linfa si muove grazie alla :

  • pressione sui vasi esercitata dai muscoli
  • alle pulsazioni delle arterie contigue
  • alla mobilizzazione del piani tissutali
  • alla presenza di valvole

Le indicazioni principali del Drenaggio Linfatico Manuale riguardano l’azione antiedematosa e tonificante sulle difese immunitarie con con comitante rilassamento.

Altre indicazioni sono relative alle azioni analgesiche, antispastiche, antistipsi, antiacne, anticellulite ecc…

Il recupero funzionale dei motulesi, dei traumatizzati, dei reumatici, e le indicazioni relative a problemi cardivascolari, respiratori e alla gravidanza riguardano solo marginalmente il Linfodrenaggio.

Sicuramente il Linfodrenaggio può essere annoverato tra i grandi Massaggi da salvare e tramandare nel futuro. Accanto al Linfodrenaggio citiamo il Micromassaggio Cinese, il Massaggio del Connettivo, il Massaggio Terapeutico classico e la Riflessologia Plantare.

Chi saprà padroneggiare con maestria queste cinque grandi e complesse modalità atte a lenire le sofferenze, saprà, attraverso il contatto magico delle sue mani, arrivare a un altissimo grado di preparazione terapeutica.

Drenaggio linfatico manuale: prima (sinistra) e dopo (destra)

Guarisci te stesso.

La malattia è, nella sua vera essenza, il risultato di un conflitto fra Spirito e Mente, e perciò non può essere sconfitta se non con uno sforzo spirituale e mentale. Tali sforzi se fatti nel verso giusto e con intelligenza, come vorremmo che fossero, possono curare e prevenire la malattia rimuovendo i fattori di base che ne sono la causa prima. Ogni sforzo indirizzato al corpo soltanto non può fare altro che riparare il danno in maniera superficiale. perciò non lo cura, per il fatto che la causa è sempre operante e prima o poi rivela la sua presenza sotto un’altra forma. Infatti, in molti casi la guarigione apparente è dannosa, poichè se si nasconde al paziente la vera causa del suo disturbo con la soddisfazione per una salute apparente, il vero fattore, ignorato, si rafforza. Al contrario il paziente che conosce, o perchè istruito da un medico sapiente, la natura e il contrasto di forze spirituali e mentali avverse, sa che il risultato scatena nel corpo quella che chiamiamo malattia. Se il paziente va nella giusta direzione neutralizza queste forze, la salute ne guadagna per questo ed altri successi, e, quando avrà finito, la malattia sarà definitivamente scomparsa. Da qui la vera guarigione, dall’attacco alla fortezza, la vera base da cui nasce la sofferenza.

Per dirla in breve, la malattia, in apparenza così crudele, è nella realtà benefica e buona per noi; se interpretata  nel modo corretto ci darà le indicazioni per conoscere i nostri principali difetti. Se curata in modo giusto ci offrirà l’occasione di rimuoverli e ci lascerà migliori e più maturi di prima. La sofferenza è un correttivo per evidenziare una lezione che non avremmo potuto imparare con altri mezzi e non può essere eliminata fino a quando la lezione non sarà compresa.

In nessun caso si deve disperare, per quanto seria sia la malattia; il fatto che l’individuo gode della vita fisica è segno che lo Spirito che lo sostiene non è privo di speranza.

Da ” Guarisci te stesso” di Edward Bach